Prefazione

Per questo racconto sono suggeriti due livelli di lettura: il primo, richiede la capacità di accantonare le proprie certezze, questa capacità, assieme alla descrizione accurata degli eventi, permetterà al lettore di formulare un’ipotesi straordinaria.

Il secondo livello espressivo, quello che solitamente si pone tra le righe, qualora sia recepito in piena consapevolezza, consentirà una graduale penetrazione e una sempre più incisiva presenza del soggetto percipiente in quell’Universo postulato da Yung e dal Pauli.

I due, furono tra i primi a parlare di sincronicità e, assieme a Max Planck, David Bohm, John Wheeler, Werner Heisenberg, Erwin Schrödinger e Paul Dirac, ritenevano che la fisica dei quanti non poteva essere compresa senza ipotizzare che la coscienza (elemento non quantificabile) fosse un elemento basilare della realtà.

C’è infine un terzo livello ma è superfluo consigliarlo; esso non implica la lettura del testo poiché ciò che ogni spirito sa, è conosciuto, potuto e voluto, anche dal vostro spirito.
Collocare quest’opera dentro uno specifico filone letterario, è fatica improba e perfettamente inutile, essa è stata concepita e si è sviluppata diversamente da tutte quelle conosciute; è il Terzo Testamento, la sola Opera che tutti contribuiranno a redigere. È nostra opinione che essa va posta nell’animo al fine di farne parte indissolubilmente. Per farlo gioverà riflettere sulle pulsioni che caratterizzano l’Io collettivo sul suo percorso. Quel macroscopico sentiero, è analogo a quello d’ogni Anima realizzata che, appunto per esser tale, deve seguire una delle infinite vie e, la singolarità del libro, è che esso rappresenta la via scelta dal protagonista per sé e per chi voglia percorrerla al suo fianco. Giunto alla meta, egli ritorna per indicare che gli ostacoli, superati grazie al caso, hanno l’identica essenza di quelli che l’umanità, tra non molto, si troverà davanti. Per il singolo individuo, eliminarli equivale a ottenere la trasfigurazione, mentre, per le moltitudini, ciò è indicato col termine palingenesi. Tra queste pagine scorgeremo la Nuova Era prevista dai chiaroveggenti, in nome della quale, le più grandi figure mistiche sacrificarono tutto.

Chiunque giunga oltre la fine d’ogni via, rivendica la libertà riconosciuta ai Figli di Dio di starvi accanto, ma, soprattutto, diffonde la consapevolezza della sua presenza; ciò può esser visto come quella situazione definita dai mistici d’ogni tempo… quella parusia da sempre sospirata. Leggendo queste righe, potrete vivere assieme agli autori l’evento descritto nel tomo. Esso vanta delle particolari caratteristiche; quella di esser stato conosciuto e voluto, da altri Spiriti, da tempo immemorabile, e di poter determinare l’Apocalisse. Sono pochi gli scrittori che impiegano ventisette anni per scrivere la loro opera; ancora meno quelli che pagano un prezzo tanto alto per averla portata a termine. Pare inverosimile che il protagonista di questo racconto abbia perduto la sua casa, la famiglia, la libertà e sia in procinto di perdere infine la vita; eppure in questi giorni, l’interprete della storia che avete iniziato a leggere, vede calpestare tutti i suoi più elementari diritti. Gli sono stati tolti i figli ed impedito di vederli; è stato cacciato dalla sua casa e mandato a dormire sulla strada, sotto un ponte accanto ai più miseri.
Oggi, lo hanno privato della libertà ma i suoi sogni continuano a essere quelli di sempre: sogna di camminare per le vie del mondo e di vedere volti senza lacrime. Ciò accadrà quando sarà compreso che da sopra una croce e da sotto un ponte, è possibile indicare agli altri la Via. Leggendo pagina sette della precedente edizione vediamo che l’artefice di queste righe inizia a pagare con la casa, la famiglia e prevedeva un costo via via più alto.

In concomitanza con questa nuova versione, egli continua a pagare il costo della sua opera con la libertà e, dal racconto finalmente concluso, apparirà chiaro che l’ultima somma da versare sarà tra le più alte: una vita. Pagherà mettendo a disposizione di tutti l’Idea-Forma nata da una somma d’esperienze, alcune luminose, altre oscure. Così, finalmente libero dal fardello di quella effimera ricchezza, potrà lanciarsi come un Ariete contro i Cancelli dell’Eden per creare il varco attraverso il quale tutti sono liberi di entrare.
A quanti negano l’esistenza di quella soglia, ma allo stesso tempo, fondano la loro opulenza sui sacrifici di coloro che la raggiunsero e lo raccontarono, apparirà un volto capace di esprimere il dolore più intenso… prestino attenzione… quella sofferenza è per sua natura contagiosa; se non faranno nulla per debellarla, saranno colpiti implacabilmente. Essi cadranno così in preda a una disperazione di cui non si ha memoria. Volendo evitarlo, per ridare il sorriso a quel volto e luminosità al proprio futuro, dovranno seguire questo consiglio: asciugare le lacrime di chi procede assieme a loro sulla via che porta agli eterni Cancelli. Per dare il giusto peso al suggerimento è bene ricordare che in questo Universo ogni mutamento inizia da una causa… e, per puro caso, il protagonista di questo racconto è rappresentato anche come quella Causa!
Prima di avviarsi consapevolmente sul suo sentiero iniziatico, il nostro personaggio scopre per caso l’amore, uno stato di coscienza di cui molti individui sperimentano i livelli inferiori; per alcuni si tratta solo di un’energia biochimica circoscritta alla mente, ma ai mistici, appare piuttosto come l’essenza stessa di “qualcosa” che altri chiamano Dio.
Parlando dell’amore si può dire una cosa certa: esso permette anche alle menti più scettiche di vedere come si manifestano situazioni incredibili e inattese; impensabili come l’apparizione del “Principe della Menzogna”. Leggendo queste pagine, vedremo che uomini di fede e di cultura vissuti in epoche diverse, affermano che l’inquietante figura dell’Anticristo è in realtà il Messia! [Appendice 1]
Certamente la Rivelazione non sarebbe completa se venisse celata una parte del loro pensiero: essi, infatti, intuirono che le tradizioni di un certo tipo erano volte a far accettare i messaggi che annunciano l’apparizione del Antimessia! Si spiega così l’attesa del dodicesimo Imam, la venuta del Dio guerriero degli ebrei, la discesa dell’Avatar che determinerà un innalzamento spirituale collettivo e infine il ritorno di Gesù. Mancano, a giudizio dei più noti studiosi, indizi tangibili sulla presenza in Palestina del Figlio di Dio, una volta tolte le poche righe che, ricercatori qualificati, escludono come vergate personalmente dallo storico Giuseppe Flavio nel 93 d.C. L’assenza totale di prove specifiche, indica una sola possibilità, un Piano di ingegneria sociale che il protagonista principale di questo particolare racconto vuole proporre. Servendosi di un libro, la cui apparizione fu prevista da un mistico che lo indicò come Il “Terzo Testamento”, verrà trovato il filo che lega gli eventi che sottintendono la nascita di un Dio qualora essa risulti necessaria.
Gli esseri umani si credono impotenti di fronte a leader e sistemi che sottopongono i popoli a vessazioni crudeli, la conseguenza ineluttabile è l’apparizione di volontà che si attiva, talvolta inconsciamente, per creare l’immagine di un Dio che cancelli le logoranti limitazioni alla loro libertà. Non è una novità che quella creazione astratta, quel Dio inesistente, possa realmente influire sulla realtà se viene reso sufficientemente credibile grazie alla determinazione di chi lo propone o, semplicemente, per merito del caso; quella entità apre i cancelli di un mondo nuovo che pare scaturire dalla saggezza senza tempo né corpo. La stessa saggezza che è stata ciclicamente attribuita a dei mitici esseri.
È stato tramandato che l’apparizione dell’Anticristo avrebbe portato confusione nelle menti degli uomini; comparando senza pregiudizi gli scritti di santi e veggenti, con la descrizione di fatti realmente occorsi ai personaggi della nostra storia, parrà di scoprire che con questo libro egli intenda diffondere il suo pensiero. Tra questi fogli si troveranno pure molti indizi a supporto di parole che suonano come drammatici avvertimenti:

«È giunta l’ora della sua ira, di dare la ricompensa ai suoi Servi, a quanti temono il suo nome e di annientare coloro che distruggono la terra.»

Al tempo in cui fu formulata questa profezia non era semplice prevedere che l’Umanità si sarebbe trovata davanti alla necessità di fermare chi poteva distruggere addirittura il pianeta. Oggi si può vedere che non rimane altra possibilità se non quella di arrestare coloro che rincorrono denaro e potere. Le armi terrificanti sono ancora viste da molti come la più probabile causa di una catastrofe, mentre è la subdola ricerca smodata del profitto, secondo i pochi ricercatori imparziali, il vero e maggior pericolo; di essi preme ricordare, senza far torto ad altri, il dottor Stefano Montanari autore del libro “il Girone delle Polveri Sottili” e la di lui moglie, dottoressa Morena Gatti. Nel suo lavoro il Montanari dimostra con estrema chiarezza e semplicità ciò che dalle potenze politiche ed economiche è caparbiamente negato: “È possibile arricchire i pochi esclusivamente tramite lo sfruttamento e il dolore di molti”. Egli scrive riguardo al pericolo crescente rappresentato da coloro che, come i demoni nei dipinti allegorici dell’inferno, esseri diabolici che si servono di un fuoco inesauribile per tormentare i dannati, avvelenano gli esseri viventi e le generazioni future alimentando le fornaci adibite alla produzione di energia; una energia usata solo in minima parte per scopi nobili e pertanto causa di nefaste conseguenze planetarie.


Secondo S. Brigida e la mistica Caterina Emmerich, l’Antilegge sarebbe dovuto nascere nel 1949-50. Nostradamus, nelle sue famose centurie fece più volte riferimento a quella inquietante figura; la stampa si sofferma volentieri sui suoi vaticini quando intravede una sia pur vaga somiglianza tra le sue predizioni e gli eventi in corso. Su l’Antilegge scrissero uomini la cui fama è giunta fino a noi perché diedero prova di capacità deduttive non comuni. Essi lo definirono il Gran Monarca o il Principe della S. Milizia similmente a S. Francesco di Paola, il quale, su di lui lasciò scritto:

«Egli fonderà in Italia la grande Società e l’Esercito dei Crociferi che sul principio saran derisi dagli increduli ma dopo la vittoria il loro riso si tramuterà in pianto. I Crociferi faran stragi immense e si vedran scorrere fiumi di sangue dei ribelli a…»

In un antico documento è possibile leggere che la sua parola si diffonderà dalla Casa della Sapienza; sembra che ciò sia avvenuto realmente visto che la prima versione dell’opera fu pubblicata dalle Edizioni Goliardiche, una casa editrice ben inserita all’interno dell’Università di Trieste.
Questo racconto incredibile sarà intervallato da riflessioni, alcune relative a processi psicologici che sono molto comuni e si presentano frequentemente, sia tra gli appartenenti alla specie umana, che a quella animale.
Su uno di questi val la pena far cadere l’attenzione: quel primordiale impulso istintivo, quella innata volontà insopprimibile che spinge individui posti su un diverso gradino della scala evolutiva ad assumere, per i più disparati motivi, un aspetto a volte vistoso, altre aggressivo, altre ancora volutamente spaventoso.
Prima di iniziare la lettura di questo racconto è opportuna ancora una breve premessa: gli autori, che vedremo identificarsi col protagonista occulto, durante questi anni sono stati indicati con nomi e appellativi diversi per cui, seguendo quella consuetudine, anche il nostro protagonista verrà citato con più nomi. Confidiamo che il lettore attento sappia comunque individuarlo facilmente. [Nota 1]
Al termine di questa prefazione va detto che parimenti ai tre livelli di lettura, altrettante sono le versioni del libro. La prima sintetica copia dattiloscritta, composta negli anni ottanta, destò vivo allarme in alcuni funzionari locali legati ad ambienti esoterici.
La seconda versione, quella pubblicata col titolo Erieder, provocò dei curiosi effetti collaterali in alcuni soggetti che ne vennero in possesso.
La sua presentazione, alla Gutemberg, la mostra dell’editoria locale tenutasi in piazza dell’Unità d’Italia a Trieste, fu annullata e, dell’improvvisa decisione, l’editore riferì la motivazione ufficiosa: “Dicono che il testo non è in linea con la politica culturale del Comune” (uno degli organizzatori). Subito dopo, venne rivolto un appello alle Autorità civili e religiose, tramite la stampa locale, per sollecitare la messa al bando del libro. Poi, dei lettori sperimentarono fenomeni uditivi: mentre erano in completa solitudine, delle voci provenienti dal nulla si rivolsero a loro. Altri, forse trasportati dal proprio temperamento mistico, sperimentarono la sindrome di Gerusalemme senza nemmeno sfogliarne le pagine. Da ultimo, ricorderemo il critico letterario del Piccolo che in data 11- 6- 98 scrive:
-Tra i libri «maledetti», un posto se l’è trovato in fretta. Sarà per la copertina shock con quel mostruoso demone rosso o per quel nome misterioso dietro cui si cela l’autore: Erieder. Che letto alla rovescia, si trasforma in Re dei Re e che può far pensare alla beffarda abitudine satanica di capovolgere tutti i simboli della religione cristiana. Fatto sta che – Erieder – è diventato, quasi subito, un testo-fantasma.
Invisibile nelle librerie, non supportato da alcun tipo di pubblicità, esorcizzato apertamente da persone che ammettono, senza vergogna, di non averlo neppure letto. Di cosa parlerà poi questo libro? E qui sta il bello. Perché Erieder può esser letto in dieci modi diversi. Non è un romanzo, non è un saggio. È, piuttosto, il racconto di una rivelazione. Di come l’autore, a un certo punto, ha scoperto, interpretando «segni», premonizioni, episodi disseminati nel corso della sua vita, e confrontandoli con le parole di profeti, santi, filosofi, uomini di scienza e di religione, politici, studiosi, di essere lui l’uomo che potrebbe dare il via alla tanto attesa Nuova Era. Anticristo? Figlio di Dio? Diretta emanazione di Colui che custodisce, da sempre, il mistero dell’esistere? I nomi, si sa, non servono a spiegare le cose. L’aspetto più interessante di questo lungo libro-confessione, nel quale l’autore dissemina dati precisi per farsi riconoscere, è che Erieder non va strombazzando ai quattro venti i soliti proclami pseudo religiosi, o pseudo satanici.
Quello che formula è, soprattutto, un sogno di liberazione Umana, spirituale, sociale. Rivolto a chi soffre e non ha la forza per rialzare la testa. A chi ha subito ingiustizie e si trascina nella disperazione. A chi non ha mai sentito una parola d’amore, d’incoraggiamento, dai suoi simili. Quella di Erieder è una rivolta contro l’indifferenza dell’uomo, che tollera la guerra, che non protegge i bambini e li lascia in balia dei peggiori incubi; che da ascolto solo ai potenti, che convive con l’ingiustizia, il sopruso, la cattiveria e senza più gioia né speranza. Scritto con passione e foga forse eccessivi, ingenuo e discutibile in certi roboanti passaggi, più che il proclama dell’Anticristo questo libro assomiglia al grido di dolore di chi ha visto l’amore svanire. Di chi vorrebbe che l’Umanità, unita, facesse un sogno di ribellione. Contro chi gioca con i nostri destini.
L’ultima versione del libro, la terza, è stata realizzata con lo scopo di servire da chiave per un’altra dimensione, chi la userà con amore, potrà entrarvi senza timore.